domenica 29 giugno 2014

La rosa e la porta magica



La rosa e la porta magica


C’era, tanto tempo fa, un giovane pastore che ogni giorno portava le sue pecore al pascolo.
Lo accompagnava sempre un grande cane di nome Corsaro.
Un giorno, mentre il pastore riposava sotto un albero di noce e le pecore brucavano tranquille, Corsaro iniziò a latrare forte. Il ragazzo non aveva visto tracce di lupi e non riusciva a capire perché il cane abbaiasse tanto.
Si stava guardando intorno perplesso quando vide una noce cadere dall’albero. Immediatamente si spaccò in due e ne uscì una fanciulla bellissima,  che sparì velocemente in fondo al prato.
Il giovane pastore rimase interdetto, poi non ci pensò più, convincendosi di aver sognato.
Ma il giorno dopo ecco ripetersi tutto uguale.
Il terzo giorno, appena il cane iniziò a latrare il pastore balzò in piedi e non appena cadde la noce e ne uscì la fanciulla, il ragazzo si mise a inseguirla.
Correva come il vento, quella ragazza, fino a una casa costruita tra gli alberi. Due tronchi intricati fungevano da stipiti della porta, mentre altri alberi più sottili sorreggevano le finestre. A un tocco della mano della ragazza, la porta d’ingresso si spalancò, lasciandola passare. Poi si richiuse alle sue spalle con un tonfo.
Il pastore tentò in tutti i modi di aprire quella porta, bussò, chiamò, ma niente.
Fece il giro di quella strana casa, per vedere se ci fosse un altro ingresso, ma inutilmente.
A quel punto vide passare una vecchina, curva sotto il peso di una grande cesta piena di noci.
Il pastore, che aveva un cuore gentile, si offrì di portare quel carico per lei e mentre camminavano le chiese informazioni sulla strana casa e sui suoi abitanti.
La vecchia gli lanciò un’occhiata penetrante. “Ti dirò quello che ti serve quando saremo a casa mia,” gli disse.
Cammina cammina, arrivarono fino a una casupola che – guarda un po’ – sorgeva proprio all’ombra di un grande albero carico di noci.
Il giovane posò la cesta sulla soglia e poi chiese: “Mia buona vecchina, perché andare a cercare noci così lontano, quando crescono proprio così vicino alla vostra casa?”
“Perché il bello del viaggio è il viaggio,” rispose lei.
“E vorreste dirmi ora di quella casa di cui vi ho chiesto?”
“Chi vuole entrare in quella casa, che è stregata, deve essere accompagnato da un corsaro e portare tesori. Solo chi ha coraggio e l’animo limpido come un cristallo può attraversare quelle stanze. Non c’è altro modo.”
Poi la vecchia colse una rosa che cresceva vicino alla casa. Era una rosa stranissima, in cui il rosso e il bianco si mescolavano come in un gelato variegato. La porse al giovane, dicendogli: “Abbine cura e che la buona sorte sia con te.”
“Sono sempre stato fortunato,” rispose il giovane prendendo la rosa e, dopo aver ringraziato, tornò sui suoi passi. Giunto davanti alla porta, fischiò per chiamare il suo cane, che arrivò subito.
“Se ci vuole un Corsaro, io ce l’ho” pensò tra sé e sé il ragazzo. “E in quanto ai tesori, ne ho nel mio animo e spero che bastino.”
Si avvicinò dunque alla porta e a quel punto la rosa che teneva in mano disse “Abracadabra!”
La porta si aprì. Il ragazzo la oltrepassò e quella si chiuse con un tonfo alle sue spalle, lasciandolo immerso nella più completa oscurità. Il ragazzo avanzò tentoni in quella che sembrava una sala immensa. A un tratto una voce fortissima lo fece sobbalzare: “Perché sei venuto fin qui?”
“Perché il bello del viaggio è il viaggio,” rispose lui, ricordando le parole della vecchina.
A quel punto la rosa che aveva in pugno disse ancora “Abracadabra!” e iniziò a emettere una piccola luce, sufficiente per vedere il corridoio che si apriva sulla sinistra del salone.
Il pastore non esitò a imboccarlo e vide che il corridoio era ricoperto di specchi. Nel primo vide un lupo che stava sbranando tutte le sue pecore. Gli si strinse il cuore, ma decise di proseguire. Nello specchio successivo si vide povero, a chiedere l’elemosina. Nel terzo si vide in punto di morte.
“Questi specchi riflettono solo le mie paure” capì allora. “La vecchina mi ha detto che devo essere coraggioso”.
In fondo al corridoio c’era una stanza geometrica, sui cui si aprivano diverse porte, tutte chiuse.
“La vecchina mi ha detto che devo avere l’animo limpido, che cosa vorrà dire?”
A quel punto Corsaro, che era sempre stato al suo fianco, gli spinse la mano con il muso, e lui si mise ad accarezzarlo. L’affetto di quella bestiola lo rasserenò subito, togliendogli ogni preoccupazione. “Abracadabra!” disse a quel punto la rosa, e da viva e soffice che era si trasformò in una rosa di cristallo rosso e bianco.
All’improvviso la casa intorno a loro iniziò a mutare, le porte e le finestre si spalancarono, mentre la luce inondava quello che ora appariva come un meraviglioso castello. La fanciulla delle noci, splendidamente abbigliata, gli venne incontro.
“Ti ringrazio, giovane coraggioso, per avermi liberata dal triste incantesimo che mi teneva prigioniera. Sono la regina di questo regno e, se ti piacerà, farò di te il mio sposo.”
Il pastore accettò con gioia e le nozze furono celebrate immediatamente, tra grandi feste del popolo che via via usciva da gusci di noce.
E da allora vissero tutti per sempre felici e contenti.

 

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