mercoledì 11 giugno 2014

Scrivere Zen


Scrivere Zen

Scrivere Zen è stato uno dei primi libri che ho letto sulla scrittura come mezzo di evoluzione e guarigione e secondo me uno dei più belli.
C’erano moltissimi punti interessanti, ma uno dei principali era la necessità, se si vogliono raccogliere i frutti di questa pratica, di scrivere ogni giorno o almeno di darsi una regolarità, tipo un quaderno al mese. A un certo punto pare che l’autrice, Natalie Goldberg,obbedendo a questa regola sia stata colta da uno stato di amore per tutte le creature e ne abbia parlato al suo Maestro spirituale.
La risposta del Maestro: “Oh, è solo pigrizia. Rimettiti a scrivere.”
Quando vi ho parlato delle Pagine del mattino  mi sembrava quasi di sentirvi protestare. “Oh, andiamo! Perché dovrei alzarmi un quarto d’ora prima ogni mattino per scrivere tre pagine che poi non mostrerò a nessuno?”
Perché può salvarvi. Perché è un’ottima palestra. Perché così funziona.
Vi parlerò a lungo e diffusamente dei privilegi degli scrittori (e per scrittori intendo chiunque scriva, retribuito o meno, riconosciuto o meno), ma qui ve ne elenco almeno tre:
1- Gli scrittori hanno il privilegio di fare moltissimo con poco. Non vi servono grandi mezzi, molto denaro o chissà quali materiali. Quello che vi serve per scrivere si compra con pochi euro. Vi ho già detto che vi bastano un quaderno, il più normale possibile, con le pagine più sgombre possibile e grandi, per non far stare stretti i pensieri, e poi una biro, una matita o un qualunque strumento scrivente. In “Un uomo” Oriana Fallaci racconta di quest’uomo rinchiuso in una cella di isolamento, senza niente, che si salva scrivendo poesie sul muro con una scheggia di legno intrisa nel proprio sangue. Quasi niente può impedirvi di scrivere. Le altre arti hanno bisogno di strumenti particolari, la nostra no. Questa abitudine a fare moltissimo con poco vi serve anche per scrivere meglio, qualunque cosa scriviate, e per vivere meglio, perché sviluppa l'abitudine a operare bene anche in scarsità di risorse. Ne riparleremo.
2- Gli scrittori hanno il privilegio di lavorare al di fuori dalle proiezioni. In ogni contatto con i nostri simili, noi senza volere proiettiamo una quantità di emozioni che sono nostre e subiamo una quantità di proiezioni degli altri. Alcune persone le troviamo “antipatiche” o trovano “antipatici” noi. C’è la paura delle critiche, l’invidia e una quantità di emozioni che passano da noi agli altri e dagli altri a noi. Quello che ne risulta è quasi sempre una percezione della realtà e di noi stessi catturata attraverso lo specchio deformante di queste emozioni. Con la pagina bianca questo non può succedere. La pagina è un luogo neutro: non ci critica, non si aspetta nulla da noi, non ci mette fretta.  Se prendete l’abitudine di scrivere le Pagine del mattino solo per voi stessi, potete stare certi che su quelle pagine ci sarete solo voi. Nessuna proiezione, se non le vostre. Ma è già una possibilità di lavorare “in purezza”. Al di fuori del gioco delle proiezioni, avete la possibilità di vedervi davvero come siete, senza interferenze esterne. E di conseguenza, di modificare gli aspetti che a voi non piacciono. Questo è uno strumento potentissimo, ma ci torneremo.
3- Gli scrittori hanno il privilegio di fare un lavoro che li forma. Proprio per quanto detto al punto due, la scrittura diventa un mezzo per darci forma. Se sulle pagine ci accorgiamo di un’abitudine fastidiosa (come quella di lamentarci senza fare niente) a un certo punto ci verrà voglia di cambiarla. Abbiate fede. Funziona. È da una vita che ripeto che dalla scrittura non si torna mai a mani vuote. Ve lo ripeterò ancora, ma voi credetemi. Spesso, altri lavori ci richiedono di essere questo o quest’altro, allontanandoci  da quello che siamo realmente, dalla forma che è nostra. La scrittura, invece, ci consente di avvicinarci sempre di più alla nostra vera forma. Già dalle prime settimane di pratica, si scopre con stupore che iniziamo a somigliarci di più, a somigliare di più a quello che siamo davvero. Questa dose di verità, specie in questo mondo e in questo momento, è già un balsamo in grado di sanare molte ferite.



Vi chiedo, per piacere, di tenere un quaderno pronto vicino al comodino per le vostre Pagine del mattino di domani.

Per oggi mi fermo qui, ma proseguiremo con tantissimi aspetti della scrittura e della lettura, scoprendo insieme come funzionano, come utilizzarli e quanto possono fare per noi.
Per ora buone fiabe, buonanotte.

2 commenti:

  1. Per molti anni della mia vita ho scritto pensando che forse un giorno qualcuno avrebbe letto quello che io avevo voluto esprimere , mi sentivo saggio ma con il tempo mi sono accorto che non era cosi'.Nessuno mi si e' mai filato e la delusione e' nata in me!! Forse e' perche' ho scritto con il mio ego che pensava di essere qualcosa e quando si e' accorto di non essere niente ha fatto di tutto per distruggere cio' che pensavo essere importante perche' la mia scrittura era legata ad un fine e cioe' "voler diventare famoso", "cercare approvazione". Ma tutto questo non c'e' stato! Il punto di vista di partenza della mia scittura era sbagliato! E' sempre sbagliato legarsi ai risultati delle nostre azioni! A presto .Roberto

    RispondiElimina
  2. Scrivere non è mai tempo perso. Non ci vedo nulla di male nel cercare riconoscimenti del proprio lavoro e nessun lavoro è privo di valore. Il mondo editoriale è difficile e ci vuole un pizzico di fortuna, ma scrivere, secondo me, ci può fare molto bene indipendentemente da tutto il resto.
    Spero che vorrai leggere il post di oggi, Scrivere e narrare per stare meglio.

    RispondiElimina