giovedì 10 luglio 2014

Autodifesa creativa




Autodifesa creativa


Il mondo arruffato della creatività è pieno di “trappole” da cui non è male imparare a guardarsi.
Navigando parecchio, in questi giorni, continuo a imbattermi in esortazioni a essere umili ad accontentarsi di quello che si ha…
Bei principi, ma per chi voglia fare qualcosa di creativo queste sono l’equivalente mentale di tante tagliole disseminate sul cammino.
Julia Cameron, ci esorta a guardarci intorno. Pare che qualunque cosa ci abbia creato insieme al mondo che ci circonda - che vogliate chiamarlo Dio, l’Universo, la Natura o qualunque cosa vi piaccia - non si sia accontentato affatto. Non ha creato un tipo di albero, ma migliaia. Non un fiore bianco, ma milioni di fiori bianchi, tutti diversi tra loro. Non un tipo di individuo, ma miliardi.
E proprio perché siamo miliardi, e tutti diversi, ognuno ha il suo modo particolare di vedere la realtà e di esprimersi. Ci sono stati grandi scrittori, grandi pittori, grandi artisti di ogni genere in passato. Eppure ogni epoca ne produce di nuovi.
Non ricordo in quale libro ho letto di uno spunto generico dato a una classe di scrittura creativa. Una cosa semplice, se non ricordo male, tipo la scoperta di un tradimento in una relazione di coppia. Sembrava una storia già scritta, invece ogni partecipante ne diede un’interpretazione completamente diversa e originale.
Per questo le competizioni in ambito creativo sono sempre un po’ strane. A volte è oggettivamente difficile stabile che cosa è “meglio”, quando ci si trova davanti a lavori altrettanto onesti ma così diversi. 
Da taoista, non mi piacciono gli eccessi. Penso che sia giusto trovare un equilibrio tra una sana autostima e una altrettanto sana autocritica.
Non ci vedo niente di buono nello svilirsi continuo, così come non ci vedo niente di buono nell’esagerare il valore delle proprie creazioni.
Onestamente, quando persone ricche oltre misura iniziano a spronarmi ad accontentarmi di quello che ho e ha magnificare le virtù della povertà,  quando persone con ego smisurati iniziano a esortarmi a essere più umile o quando persone con la creatività completamente bloccata inziano a darmi addosso perché io no, ci sento puzza di imbroglio.
Lo stesso mi succede quando le persone che mi circondano iniziano a trovarmi “antipatica” “egoista” o “diversa” se non rinuncio a rivendicare quello che è mio e a seguire le mie aspirazioni.
Julia Cameron è molto chiara riguardo a quelle che definisce “cattive compagnie”: le persone  intorno a noi che ancora sono bloccate e hanno troppa paura di mettersi in gioco.
Lei scrive “… e non sorprende che i nostri compagni di gioco più pericolosi siano proprio quegli individui la cui creatività è ancora bloccata, dal momento che il nostro recupero li spaventa.
La scelta di gettare tutte le aspirazioni alle ortiche per non contrariare queste persone potrebbe farci apparire o sentire buoni, ma “non ci rende buoni, ci rende soltanto frustrati e di conseguenza maligni.”
Ne vale la pena? Vale la pena di rinunciare, solo per essere simpatici a persone che hanno a cuore solo la conservazione di uno stato di cose disfunzionale? Secondo me no.
Alla larga i sabotatori, gli ipercritici e gli “artistofagi”, che vogliono tutta l’attenzione per sé e letteralmente consumano la creatività di capita nel loro campo gravitazionale.
Alla larga coloro che si sentono “traditi” quando noi iniziamo a mettere da parte la paura e a fare quello che ci sta a cuore. Alla larga.
Le scelte creative sono divertenti, appaganti e ci aiutano a migliorarci, ma richiedono impegno e dedizione. Non è consigliabile sprecare troppe energie per queste trappole. Non fatevi fermare da chi vi dice di non seguire i vostri sogni. Molto spesso lo fanno per motivi che non hanno proprio nulla a vedere con voi e con il vostro bene.  
Quello che vi auguro, stasera, è la libera espressione della vostra parte più creativa, libera, fantasiosa e sana. Ve lo auguro con tutto il cuore.


"Puoi costruire qualcosa di bello anche con le pietre che trovi sul tuo cammino."
(Goethe)

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