domenica 13 luglio 2014

Il sentiero magico


Il sentiero magico

Il sentiero, è sempre stato lì, per quanto Gioacchino possa ricordare.
Da bambino, gli piaceva giocare in quell’angolo del giardino della zia, intricato come un bosco.
Ma adesso quei tempi sono lontani, e pietre levigate sono state scelte per fare di quel sentiero un luogo più accessibile.
L’uomo che ha portato e posato le pietre era un tipo di poche parole, di quelli che si dimenticano subito dopo averli salutati. Ma adesso il sentiero lastricato ha un’aria sconosciuta.
Gioacchino saggia con il piede la stabilità delle lastre di pietra. Stabili come se fossero sempre state lì. I ricordi gli si affollano nella mente: i giochi con i cugini, i richiami della zia per la merenda…
“Bambini! La merenda!” ode distintamente la voce della zia.
Che strano. La nostalgia gli sta giocando brutti scherzi.
Ma ecco i suoi cugini, piccoli come allora. “Dai, Gioacchino! Facciamo a chi arriva prima!”
La corsa a perdifiato e la cucina è proprio come allora, con il profumo degli sciroppi e dei dolci appena sfornati.
Anche il sapore è proprio come allora e Gioacchino scopre con stupore di essere tornato bambino.
Si gusta la merenda, riprende i giochi con i suoi cugini. Ma si ferma quando scopre che il sentiero è ancora lastricato con quelle pietre, che adesso luccicano come se fossero bagnate di pioggia.
Le saggia con il piede, tornando al presente.
Nel presente piove e tutto è fradicio, nel giardino, tranne gli abiti di Giocchino, asciutti come se fosse appena arrivato lì.
Fa ancora due passi sulle lastre di pietra, pensando a sua moglie che è al mare con i bambini. Chissà se da loro il tempo è migliore…
Sì lo è, scopre ritrovandosi in spiaggia accanto a loro. La moglie lo abbraccia. “Gioacchino! Non ti ho visto arrivare! Che bella sorpresa!”
Il pomeriggio sta finendo. Si siede sulla sabbia a guardare il sole tramontare e poi cena con la sua famiglia, smettendo di chiedersi come è arrivato lì.
Gioca con i bambini, abbraccia sua moglie. Poi esce a fare due passi, fino a quando un sentiero lastricato attira la sua attenzione. Le pietre sono bagnate di pioggia, ma lì dove si trova non ha piovuto e il cielo è sereno e pieno di stelle.
Gioacchino inizia a capire come funziona. Muove qualche passo sulle lastre di pietra. E’ ancora nel giardino della zia ed è ancora perfettamente asciutto nonostante gli scrosci di pioggia.  
Questa cosa inizia davvero a divertirlo.
Ha sempre sognato di vedere la cima del Monte Bianco. Muove pochi passi sul sentiero e una folata di vento quasi lo getta a terra.
È sulla cima del monte e distingue a malapena  le luci del paese, laggiù, lontanissimo.
La luna illumina le cime delle montagne e fa scintillare i ghiacciai.
Gioacchino si siede su un masso e, per la prima volta in vita sua, si prende tutto il tempo per assaporare quel momento. Si guarda intorno, felice come un bambino. Si gode il vento sulla faccia, allunga le braccia verso quel cielo stellato che adesso gli sembra così vicino da poter cogliere le stelle con le dita.
Vede scintillare qualcosa e trova un piccolo cristallo di rocca, appuntito e trasparente come ghiaccio. Se lo infila in tasca e muove qualche passo intorno, fino a quando trova pietre lisce come lastre e bagnate di pioggia…
Ci vuole solo un istante per tornare nel giardino. Ha smesso di piovere.
Gioacchino ride e muove qualche passo, sapendo dove vuole andare.
“Dove sei stato?” gli chiede la moglie quando rientra nella casa al mare.
“Ero in cima al Monte Bianco!” ride Gioacchino.
“Ma che fantasia, che hai” dice la moglie riprendendo in mano il libro che stava leggendo.
Gioacchino sente qualcosa che gli pesa nella tasca e tira fuori il piccolo cristallo di rocca, che porge alla moglie. “Guarda, ti ho portato un piccolo regalo…”
La moglie lo abbraccia. Un giorno o l’altro, dovrà spiegarle di quelle pietre magiche del sentiero. Ma adesso no. L’abbraccia anche lui e stanno lì, sereni, a lasciare scivolare la notte…

Lo so. Lo so che si era detto una fiaba alla settimana. Ma soffro troppo a vedere tutti gli spunti votati sulla pagina Facebook e a non soddisfare le richieste. 
Non ne posso più di stare "a dieta". Non con le fiabe, almeno.
Per cui... 
Buone fiabe, buonanotte.

Nessun commento:

Posta un commento