sabato 19 luglio 2014

La danzatrice magica

La danzatrice magica


Al villaggio non si parlava d’altro: la danzatrice che doveva arrivare e che – si diceva –  era un incanto.
Ci rimasero tutti male quando giunse la notizia che l’imbarcazione con cui doveva viaggiare era ferma in porto, sulla terraferma, per via della tempesta.
Il mare sembrava beffarsi della festa che ogni anno si teneva sull’isola, proprio ora che tutto era pronto. Le lanterne appese in lunghe file tra le case e tra gli alberi, i musici migliori pronti a suonare e ghirlande di fiori a decorare ogni casa e ogni angolo del villaggio.
Ma il mare ruggiva, indifferente, scagliando grosse ondate sulla costa.
All’imbrunire, i primi  curiosi si recarono ugualmente in piazza, mentre i musici accordavano gli strumenti al riparo di un padiglione coperto da teli che ondeggiavano nel vento.
Dopo qualche ora, grazie allo scorrere del vino e alla musica, la danzatrice era dimenticata e coppie impacciate eseguivano complicati intrecci saltellando in mezzo alla piazza.
Nessuno notò lo scricciolo di donna che si aggirava timidamente tra la gente. Non aveva nulla di appariscente, a parte gli occhi, molto grandi. Portava i capelli raccolti in modo modesto e gli abiti erano coperti da un mantello grigio che doveva aver visto tempi migliori. 
Chiese un bicchiere di vino e sedette in un angolo a guardare la festa.
Il tempo peggiorava. Le file di lanterne iniziarono a ondeggiare nel vento e i teli del padiglione furono portati via da una raffica particolarmente forte. Un orecchio particolarmente fino avrebbe potuto cogliere, al di sopra della musica e del chiasso, il brontolio dei primi suoni in lontananza.
A un certo punto alcuni iniziarono a levare al cielo occhiate preoccupate, mentre nuvoloni scuri si ammassavano proprio sopra al villaggio.
Poi il lampo, seguito dal fragore di un tuono tanto vicino da non poter più essere ignorato. Le prime grosse gocce di pioggia che iniziavano a cadere e la gente, d’improvviso silenziosa, che si apprestava brontolando a tornare a casa, mentre i musici  riponevano i loro strumenti.
Fu allora, che la donna si alzò e si liberò con un sol gesto del mantello.
Avanzò nel silenziò fino al centro della piazza mentre tutti gli sguardi si posavano su di lei. “Chi è?” si bisbigliavano l’un l’altro gli abitanti del villaggio. Nessuno sapeva rispondere.
Un altro lampo, un altro tuono ed ecco che la danzatrice iniziò a muoversi in una danza dapprima lenta. Tutti gli occhi erano fissi su di lei. Danzava sul ritmo della burrasca e della pioggia!
I musici, dopo un lungo attimo di stupore, ripresero i loro posti e fecero del loro meglio per seguire quel ritmo misterioso che la danzatrice rendeva visibile per tutti.
Nessuno avrebbe saputo dire per quanto tempo rimasero tutti lì, a formare un insieme indissolubile tra la tempesta, la danzatrice, i musici e gli abitanti immobili sotto la pioggia, soggiogati da quello spettacolo incredibile.
Il vento ululava e strappava via le ghirlande di fiori, ma nessuno se ne curava, nessuno se ne accorgeva.
E a un tratto, come seguendo un misterioso segnale, la danzatrice, la tempesta e i musici si fermarono nello stesso istante, lasciando solo un grande silenzio interrotto solo dal rumore delle onde che si infrangevano sulla costa.
Tutto rimase sospeso per un lungo attimo e poi gli applausi e le grida di giubilo coprirono ogni cosa.
La danzatrice riprese il suo mantello, legò nuovamente i capelli e chiese un altro bicchiere di vino.
Fu abile a evitare le domande che le venivano rivolte e ben presto la festa riprese, più allegra di prima, protraendosi fino all’alba.
In un qualche momento la donna scomparve, così, come era arrivata.
Ma a quel villaggio lasciò ben più del ricordo di quella notte incredibile.
Ancora oggi, gli abitanti di quel villaggio sono sempre di buonumore, con il sole e con il cattivo tempo. Non si lamentano mai di quello che il cielo ha in serbo per loro. Anzi, a volte, quando sentono che sta per arrivare una tempesta, si rianimano e nei loro occhi brilla un lampo, come di bambini in attesa di aprire un regalo. E allora si ripetono l’un l’altro un antico proverbio, conosciuto solo lì: “Qualunque cosa ti riservi il Cielo, trova il ritmo e danza.”

Nessun commento:

Posta un commento