Ringrazio il blog The rooms of my life per la gentile concessione della splendida immagine che me l'ha ispirata.
La casetta nera
C’era
una volta un ridente villaggio arrampicato su una dolce collina, pieno di graziose
casette di tutti i colori che si pavoneggiavano nelle belle giornate primaverili.
“Guardate
come sono bella!” diceva una casetta gialla che scintillava nella luce del sole
attirando tutti gli sguardi.
“E
io, allora?” interveniva una casetta azzurra: ”Persino il cielo mi ha rubato il
colore!”
Quello
che è certo è che quelle casette, tutte insieme, erano proprio belle e i
visitatori se le indicavano l’un l’altro senza stancarsi mai di guardarle.
Solo
una casetta se ne stava sempre zitta, in disparte. Il suo esterno era nero come
la pece e, anche se le stanze al suo interno erano chiare e ariose, nessuno
aveva mai voluto abitarci.
Arrivò
l’estate e tutti i balconi e i davanzali si coprirono di fiori che rendevano le
costruzioni ancora più allegre e attraenti. Rossi gerani attiravano gli sguardi
e petunie di tutti i colori tracimavano dai vasi come cascate di arcobaleno. Ma
naturalmente nessuno mise fiori alle finestre della scura casetta disabitata.
Quando
venne anche l’autunno e i grandi alberi iniziarono a perdere le foglie, le case
gialle, ocra e rosse si stagliarono orgogliose contro l’orizzonte richiamando i
colori delle foglie, come dipinte direttamente dalla mano di Dio per ornare il
paesaggio, ma ancora una volta la casetta nera sembrava fuori luogo, quasi
estranea a quel borgo così felice.
Infine
giunse anche l’inverno, che con la sua fredda luce e la foschia rese tutto
indistinto e un po’ triste, mentre la neve ricopriva ogni cosa.
E
poi ci fu il giorno della grande tormenta. La neve vorticava nell’aria mentre
uno straniero sperduto cercava faticosamente di orientarsi in tutto quel
bianco.
Era
stanco, affamato e gli bruciavano gli occhi per lo sforzo di scrutare tra i fiocchi
candidi che sembravano ricoprire ogni cosa.
Portava
con sé un prezioso fagotto, coperto con cura per evitare che il freddo ne
danneggiasse il contenuto.
Quando
ormai iniziava a perdere ogni speranza di trovare un riparo, ecco svettare da
lontano una macchia scura come la pece.
Lo
straniero ne fece il suo faro, e seguendo quella macchia scura riuscì
finalmente a trovare riparo nel villaggio.
Si
stupì molto, quando scoprì che quella casetta dai muri neri che lo aveva
salvato era vuota e subito chiese di andarci ad abitare.
Una
volta acceso un bel fuoco scoppiettante nel camino, svolse con cura il suo
fagotto.
Conteneva
un prezioso tulipano nero, forzato a fiorire d’inverno e rarissimo.
La
casetta nera provò un brivido di piacere nell’essere finalmente abitata e capì
immediatamente di avere trovato una persona che andava a puntino per lee, come
lei per lui.
Da
allora la casetta splende di vita in ogni stagione, con rarissimi tulipani e
iris neri che ne ornano i davanzali nella bella stagione e stupende stelle di
neve che la ornano durante l’inverno mentre sul balcone, in una piccola serra,
altri rari fiori neri si preparano per la prossima primavera.
ma che bella questa fiaba, però ora la casetta nera va colorata no? ;-) Un caro saluto, Giò
RispondiEliminanon amo il nero...ma la fiaba è molto bella!!!!! un abbraccio lory
RispondiEliminaMolto bella la fiaba!!! ciao e buon pomeriggio :)
RispondiEliminaOk, ti faccio sapere che l'ho stampata, e stasera la leggerò a Nadia, quando saremo a letto. Ho prepararato un caffè prima di mettermi al pc, e l'ho letta con la tazza in mano...relax totale...
RispondiEliminaGrazie per la favola post.
Ma ti ho già chiesto se hai provato a farle pubblicare?
Complimenti ad Anna per il disegno, anzi passo anche da lei.
E' stupendo vedere collaborazioni tra bloggers.
Un bacio!
Emanuela cara è meravigliosa sono felice di averti ispirata e spero mi permettersi di pubblicarla sul mio blog. E chissà cosa accadrà... Perché ho una gran voglia di illustrarla.
RispondiEliminaBaci Anna
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
RispondiEliminaCome sempre le tue fiabe mi incantano e mi portano in mondi lontani...grazie!!!
RispondiEliminaChe bella fiaba, complimenti!
RispondiEliminaElisa
Che bella fiaba, complimenti!
RispondiEliminaElisa
Ma che bella!!!! Mi ha fatto venire i brividi. E' da monito per tutte quelle persone che giudicano dalle apparenze senza valorizzare le persone per quello che sono e non per quello che ci aspettiamo che siano... Complimenti!
RispondiEliminagrazie per il tuo dolce commento al mio blog! un abbraccio grande Lory
RispondiEliminaMi piacciono molto le tue fiabe…..
RispondiEliminagrazie per la tua visita al mio blog!
Sono sempre un incanto le tue fiabe. Bravissima!
RispondiEliminaSono sempre un incanto le tue fiabe. Bravissima!
RispondiEliminaCiao, non conoscevo il tuo blog veramente molto bello... complimenti per le tue fiabe!! Buon sabato, un saluto, Ivana.. :-)
RispondiEliminaVeramente bella questa fiaba!!
RispondiEliminaP.s.: grazie per aver visitato il mio blog
Veramente bella questa fiaba!!
RispondiEliminaP.s.: grazie per aver visitato il mio blog
Bella, rilassante come tutte le tue fiabe.
RispondiEliminaChe bella fiaba, stasera la leggerò ai miei bimbi (che adorano le favole)...
RispondiEliminaTi ringrazio anche per essere passata da me (fatalunadream.blogspot.com )
Che bella fiaba, stasera la leggerò ai miei bimbi (che adorano le favole)...
RispondiEliminaTi ringrazio anche per essere passata da me (fatalunadream.blogspot.com )
Ma che meraviglia! Il tuo post oggi è cascato a fagiolo...sono in totale relax sul divano(cosa che non capita praticamente mai) e leggere la tua fiaba è stato un toccasana.
RispondiEliminaBacioni
Una fiaba che parla di casette, perfetta per un architetto e un bambino che da grande vuole fare il costruttore.
RispondiEliminaIl tuo modo di scrivere mi piace molto, i dettagli danno forma e vita al tuo racconto.
Grazie, la leggeremo insieme prima di andare a dormire.