martedì 5 dicembre 2017

Babbo Natale e il drago



Babbo Natale e il drago


Mirra e Mina erano due draghette gemelle, uguali in tutto e per tutto. No, veramente in qualcosa erano diverse. Mentre una era azzurra come il cielo, l’altra era rossa come il tramonto.
Ma, quel che più conta, erano diverse nel carattere. Una era buona come un angelo, l’altra era proprio monella.
Le urla di mamma drago risuonavano spesso nell’accogliente caverna che era la loro casa: «Ma insomma! Chi ha rovesciato tutta la farina? Chi ha rubato la marmellata di rovo?»
«Non sono stata io!» si difendeva subito una delle gemelle spalancando gli occhioni. E la mamma le credeva, poiché aveva proprio l’aria innocente, e sgridava l’altra. «Mina! Sempre tu mi fai disperare.»
Il guaio è che Mina non era affatto una peste. Anzi, era così buona che si prendeva spesso la colpa per le marachelle della sorella. Però un po’ le dispiaceva, passare sempre per cattiva.
Ultimamente, poi, Mirra, ci aveva preso gusto a quella specie di gioco e a volte, mentre la mamma non guardava, lo faceva apposta a combinare qualche guaio, solo per il gusto di vedere incolpare la sorella.
Quella sera, l’aveva combinata proprio grossa. Aveva sollevato il coperchio della pentola in cui stava cuocendo l’arrosto per la cena di Natale, e con una vampata di fuoco l’aveva completamente carbonizzato. «Tanto a me l’arrosto non piace,» disse sottovoce alla sorella «e poi così avrò io anche i tuoi regali di Natale, perché tu sarai messa in castigo.»
Mina era inorridita, ma ancora una volta si prese senza fiatare la sgridata ingiusta.
Tutta avvilita, si rincantucciò all’entrata della caverna. Tanto, i draghi non soffrono il freddo, perché hanno il fuoco dentro.
Fuori infuriava una forte tempesta di neve, con raffiche di vento forte che facevano volteggiare i bianchi fiocchi leggeri. Mina ne prese uno con una zampetta, osservando incantata la sua bella forma elegante, ma il suo calore la sciolse in un attimo, trasformandola in una goccia d’acqua.
Mina era così triste, che qualche goccia d’acqua le scese anche dagli occhi, offuscandole per un istante la vista. Tanto che le sembrò di vedere, in mezzo alla tempesta di neve, una figura in movimento. Sbatté gli occhi per liberarli dalle lacrime e si accorse che un omone grande e grosso si stava davvero avvicinando.
«Salve Mina! Cercavo proprio te,» la salutò.  «È  proprio l’ora di mettere un po’ di cose a posto.»
L’omone entrò nella caverna, presentandosi gentilmente a mamma drago, che comunque lo aveva riconosciuto immediatamente. «Babbo Natale, che onore ricevere la vostra visita nella nostra umile caverna.»
Babbo Natale, perché era proprio lui, spiegò che era venuto perché sapeva che in quella caverna vivevano due draghette e lui aveva bisogno dell’aiuto di una delle due, che sapeva essere una draghetta molto buona. Mamma drago, ancora in errore, iniziò subito a decantare la bontà di Mirra, ma Babbo Natale le spiegò chiaro e tondo come stavano le cose.
Mamma drago ci rimase malissimo e voleva correre ad abbracciare Mina e a scusarsi con lei per tutte quelle ingiustizie, ma Babbo Natale tagliò corto. Era in emergenza, spiegò, perché doveva volare a consegnare i regali a tutti i bambini e i draghetti buoni del mondo, ma con quel tempo lui e le sue renne si sarebbero congelati. Certo se una draghetta gentile si fosse offerta di accompagnarlo, di certo il suo calore lo avrebbe salvato dal congelamento…
Mina non ci pensò su un momento, e si offrì di buon grado. Volarono per tutta la notte, ridendo e scherzando come due vecchi amici, lei e Babbo Natale. Fu una notte piena di magia e quando all’alba rientrò stanca alla caverna, pensò che quello era il migliore Natale di sempre.
Al risveglio trovò sotto l’albero tutti i suoi regali e in più una cosa che non sarebbe mai aspettata. Un bellissimo fiocco di neve di puro cristallo che non si sarebbe mai sciolto, con i ringraziamenti speciali di  Babbo Natale.

Ma secondo voi, Mina era la draghetta rossa o quella azzurra?  





Buonanotte. Buone fiabe

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