giovedì 21 dicembre 2017

Gugliabianca





Gugliabianca


Il villaggio di Gugliabianca era stato un luogo pacifico e felice, prima dell’arrivo delle Ombre.
Ma poi, non più.
Nessuno sapeva da dove venivano e in molti non riuscivano nemmeno a vederle, tanto si muovevano silenziose evitando accuratamente ogni zona di luce.
Strisciavano negli angoli bui, nelle pieghe nascoste delle anime dove nessuno arriva a guardare. Si acquattavano nei boschi d’inverno, quando la luce del giorno era breve, e lunghe le notti.
Le Ombre avevano iniziato a manifestarsi in piccole cose. Persone che erano sempre andate d’accordo iniziavano a litigare. Chi aveva sempre lasciato l’uscio di casa aperto, adesso lo sprangava, pieno di diffidenza. L’avidità e la paura avevano preso il posto della gentilezza e della fiducia.
Gli abitanti del villaggio non riuscivano a rendersi conto di quello che stava succedendo e si incolpavano gli uni con gli altri di quel cambiamento, ma la Foresta, che tutto vedeva, aveva capito e cercava a suo modo di lanciare l’allarme.
Quando un uomo colpito dalle Ombre toccava un fungo, un frutto o un albero, questi avvizzivano immediatamente, tornando in salute solo quando gli uomini corrotti si erano allontanati. All’inizio, le donne e i bambini riuscivano ancora a raccogliere qualcosa, ma all’avvicinarsi del solstizio, con le giornate sempre più brevi, l’intero villaggio era stato colpito dalla maledizione delle Ombre e ovunque c’erano oscurità, disperazione e fame.
Fu per una felice combinazione che il giovane gnomo Hans passò proprio in quel periodo per la Foresta.
Era in viaggio per raggiungere certi suoi parenti alla lontana, con i quali avrebbe trascorso l’intero inverno a scopo di istruzione. Quei parenti infatti erano abili nella Cura delle Foreste e Hans voleva imparare da loro, per poi tornare a casa e curare quello strano male stava colpendo le foreste della sua gente.
Dunque quel giorno attraversava la Foresta e si stupiva di trovare anche lì i segni a cui era abituato: alberi che sembravano avvizziti, funghi rinsecchiti, animali silenziosi e diffidenti, ben nascosti nelle loro tane.  Mentre si guardava attentamente intorno, Hans scorse appena l’accenno di un’Ombra che non era stata abbastanza veloce da evitare il bagliore del campanello d’argento che ornava il cappellino a cono dello gnomo.  
Una volta individuata l’Ombra, Hans decise di seguirla. Nascose il campanello per evitare ogni rumore e si mise alle calcagna dell’Ombra che, credendosi non vista, scivolava verso il villaggio.
Qui tutte le porte erano sprangate e nessuno voleva dare accoglienza al forestiero dal buffo cappello, ma origliando un po’ qui e un po’ là Hans riuscì a farsi un’idea abbastanza precisa di quello che stava succedendo.
Per fortuna, un po’ di istruzione in materia di Ombre l‘aveva anche lui.
Sapeva esattamente che cosa fare e quella era proprio la notte giusta, poiché sarebbe stata la notte più lunga dell’anno.

Fischiettando andò a cercare un bell’albero, che portò proprio al centro del villaggio.
Già gli abitanti del villaggio socchiudevano gli usci, incuriositi dal fatto che quell’albero non era avvizzito.
Poi Hans iniziò a decorare l’albero con mele succulente, noci colorate d’oro, funghi carnosi, candele accese e ogni sorta di oggetti luccicanti e brillanti.
Un po’ per curiosità, un po’ per fame, tutto il villaggio si fece intorno all’albero, mentre le Ombre infastidite da tutto quel luccicare si tenevano in disparte.
Quando tutti si furono riuniti, Hans iniziò dolcemente a cantare una canzone magica degli Avi. Aveva una voce limpida e ben presto alcuni iniziarono timidamente a seguire il ritmo con i piedi e poi a cantare sottovoce.
Ora, se c’è una cosa che le Ombre odiano quasi quanto la luce, quella è il canto.
Appena vedeva che una persona era stata liberata dalle Ombre, Hans continuando a cantare lanciava lesto qualcosa da mangiare. Le persone mangiavano e poi riprendevano a cantare con più convinzione. L’alba li trovò così, intenti a cantare  intorno all’albero luminoso. La notte più lunga dell’anno era trascorsa e l’incantesimo delle Ombre era spezzato.
Da quel giorno, la luce avrebbe preso a crescere sempre di più.
Ringraziato e colmato di doni da tutto il villaggio, Hans si rimise in cammino per tornare a casa. Aveva imparato ciò di cui aveva bisogno e ora doveva riportare la luce anche nella sua foresta. 

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