giovedì 7 dicembre 2017

Un mondo in una tazza



La fiaba del giorno...




Un mondo in una tazza

A Terry piacevano le tazze. Le trovava confortanti, insieme alle cose buone che contenevano. Amava il tè, la cioccolata, il caffè, il latte, ma soprattutto era il fatto di tenere in mano una tazza calda, che le dava conforto.
Aveva tazze di tutti i tipi, di finissima porcellana e adatte al tè del pomeriggio, più grandi, più piccole, ornate da disegni e scritte diverse.
Poi naturalmente c’era “la” tazza: l’unica sopravvissuta di un servizio appartenuto a sua nonna, che non usava mai per paura di romperla. Una tazza forse comune, ma che per Terry era legata a bellissimi ricordi.
Proprio quel pomeriggio, la stava osservando mentre, per consolarsi di una giornata piena di seccature, beveva una tazza di tè accanto al fuoco del camino.
Aveva un’impressione strana, come se le cose che la circondavano fossero più nitide, più grandi.
Si accorse che qualcosa non andava quando dovette addirittura alzarsi dalla poltrona per posare la tazza vuota sul tavolino posto lì accanto. Che cosa stava succedendo?
Tutto fu molto rapido, da quel momento, e di punto in bianco si ritrovò a fissare la parte inferiore del tavolino dal disotto!
Si guardò intorno spaesata. Era diventata piccolissima. La sua altezza si doveva aggirare appena sui cinque centimetri. Il pavimento della sua casa sembrava un’immensa terra desolata e tutte le cose che era abituata ad avere a portata di mano erano irraggiungibili. Non poteva arrivare alle maniglie delle porte, né al telefono; non poteva sedersi in poltrona o salire sul letto.
Tutto era grande, immenso. Terry aveva l’occasione di osservare la sua casa da una prospettiva sconosciuta.
Per un po’ si aggirò per le stanze spaesata, ma ben presto si ritrovò esausta. Il fuoco del camino ormai languiva, e iniziava a sentire freddo. Anche perché uno spiffero d’aria gelida di cui non si era mai accorta si insinuava in casa da sotto la porta.  La luce era calata rapidamente e ormai era buio, ma raggiungere gli interruttori della luce era impossibile. Ora si pentiva di aver voluto una casa moderna e essenziale, senza nemmeno un tappeto a interrompere le superfici dei pavimenti.
Sconfortata, stava per mettersi a piangere quando vide da lontano una luce calda. Si avviò per raggiungerla e proprio non riusciva a credere ai suoi occhi: era la tazza della nonna, ma era diventata una casetta con tanto di porta e finestre.
Dall’interno illuminato proveniva un profumino così invitante!
Terry avanzò e si ritrovò in una stanza fatta proprio a sua misura. C’era un camino con il fuoco acceso, un tavolo con due seggioline, un bel lettino e una cucina con una zuppiera fumante piena di pasta al pesto, la sua preferita. Lì accanto c’era una torta di mele appena sfornata. Proprio uguale e quelle che le cucinava sempre la nonna. C’erano persino diversi libri, posati in bell’ordine su uno scaffale.
Non si vedeva nessuno, ma Terry sentiva in quella casetta la presenza della nonna, come se fosse lì con lei. Mormorò un “grazie” e si servì di pasta e di torta. Poi si infilò nel lettuccio al caldo e prese a fogliare qualche libro. Ma le stava venendo sonno e stava per addormentarsi quando il rumore di una tazza che andava in frantumi la svegliò di colpo.
Si ritrovò sulla sua poltrona, con la tazza del tè orami rotta sul pavimento. Doveva essersi addormentata. Ma che strano sogno aveva fatto!
Decise comunque che il giorno seguente avrebbe comprato almeno un bel tappeto morbido per la sua casa. Si avvicinò all’interruttore della luce e solo allora vide che la tazza della nonna emanava davvero una luce soffusa, come se fosse illuminata dall’interno da una candela.

“Grazie nonna” mormorò prima di accendere la luce. In qualche modo, la tazza della nonna aveva trovato il modo di consolarla.



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