La fiaba del giorno...
Un mondo in una
tazza
A
Terry piacevano le tazze. Le trovava confortanti, insieme alle cose buone che
contenevano. Amava il tè, la cioccolata, il caffè, il latte, ma soprattutto era
il fatto di tenere in mano una tazza calda, che le dava conforto.
Aveva
tazze di tutti i tipi, di finissima porcellana e adatte al tè del pomeriggio,
più grandi, più piccole, ornate da disegni e scritte diverse.
Poi
naturalmente c’era “la” tazza: l’unica sopravvissuta di un servizio appartenuto
a sua nonna, che non usava mai per paura di romperla. Una tazza forse comune,
ma che per Terry era legata a bellissimi ricordi.
Proprio
quel pomeriggio, la stava osservando mentre, per consolarsi di una giornata
piena di seccature, beveva una tazza di tè accanto al fuoco del camino.
Aveva
un’impressione strana, come se le cose che la circondavano fossero più nitide,
più grandi.
Si
accorse che qualcosa non andava quando dovette addirittura alzarsi dalla
poltrona per posare la tazza vuota sul tavolino posto lì accanto. Che cosa
stava succedendo?
Tutto
fu molto rapido, da quel momento, e di punto in bianco si ritrovò a fissare la
parte inferiore del tavolino dal disotto!
Si
guardò intorno spaesata. Era diventata piccolissima. La sua altezza si doveva
aggirare appena sui cinque centimetri. Il pavimento della sua casa sembrava un’immensa
terra desolata e tutte le cose che era abituata ad avere a portata di mano
erano irraggiungibili. Non poteva arrivare alle maniglie delle porte, né al
telefono; non poteva sedersi in poltrona o salire sul letto.
Tutto
era grande, immenso. Terry aveva l’occasione di osservare la sua casa da una
prospettiva sconosciuta.
Per
un po’ si aggirò per le stanze spaesata, ma ben presto si ritrovò esausta. Il
fuoco del camino ormai languiva, e iniziava a sentire freddo. Anche perché uno
spiffero d’aria gelida di cui non si era mai accorta si insinuava in casa da
sotto la porta. La luce era calata
rapidamente e ormai era buio, ma raggiungere gli interruttori della luce era impossibile.
Ora si pentiva di aver voluto una casa moderna e essenziale, senza nemmeno un
tappeto a interrompere le superfici dei pavimenti.
Sconfortata,
stava per mettersi a piangere quando vide da lontano una luce calda. Si avviò
per raggiungerla e proprio non riusciva a credere ai suoi occhi: era la tazza
della nonna, ma era diventata una casetta con tanto di porta e finestre.
Dall’interno
illuminato proveniva un profumino così invitante!
Terry
avanzò e si ritrovò in una stanza fatta proprio a sua misura. C’era un camino
con il fuoco acceso, un tavolo con due seggioline, un bel lettino e una cucina
con una zuppiera fumante piena di pasta al pesto, la sua preferita. Lì accanto
c’era una torta di mele appena sfornata. Proprio uguale e quelle che le
cucinava sempre la nonna. C’erano persino diversi libri, posati in bell’ordine
su uno scaffale.
Non
si vedeva nessuno, ma Terry sentiva in quella casetta la presenza della nonna,
come se fosse lì con lei. Mormorò un “grazie” e si servì di pasta e di torta. Poi
si infilò nel lettuccio al caldo e prese a fogliare qualche libro. Ma le stava
venendo sonno e stava per addormentarsi quando il rumore di una tazza che andava
in frantumi la svegliò di colpo.
Si
ritrovò sulla sua poltrona, con la tazza del tè orami rotta sul pavimento.
Doveva essersi addormentata. Ma che strano sogno aveva fatto!
Decise
comunque che il giorno seguente avrebbe comprato almeno un bel tappeto morbido
per la sua casa. Si avvicinò all’interruttore della luce e solo allora vide che
la tazza della nonna emanava davvero una luce soffusa, come se fosse illuminata
dall’interno da una candela.
“Grazie
nonna” mormorò prima di accendere la luce. In qualche modo, la tazza della
nonna aveva trovato il modo di consolarla.
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