Ieri ho "fatto forca". Stavo pensando seriamente di lasciar perdere questa disfida.
E poi ho trovato sulla pagina questa fiaba di Saverio Petrini...
Saverio Petrini a La Disfida delle Fiabe 2017
Ho scritto questa fiaba Natalizia ispirato da un'amica che è
rimasta bloccata dal "colpo della strega" ...
La principessa Fidesia
La principessa Fidesia del Clan dei Rubrum, come tutte le
principesse delle fiabe, era davvero bellissima, così bella che quando era nata
una fatina per festeggiare le aveva intrecciato dei rubini nei capelli ed aveva
ricamato la sua pelle con i colori delle foglie d’acero d’autunno; viveva nei
suoi appartamenti reali al riparo delle mura fortificate della sua città,
trascorreva le sue giornate dipingendo, camminando lungo i viali alberati della
cerchia muraria, scrivendo fiabe e poesie, prendendosi cura dei bambini del
Clan e di Milù, la sua fida canina da guardia, perché Milù amava farsi
coccolare e vezzeggiare ma era in realtà lei a proteggere la sua Principessa,
soprattutto leggendo i cuori dei Cavalieri che le si avvicinavano.
Fino ad allora infatti il cuore della Principessa era
appartenuto a due Principi, il primo: il cavaliere Nero, aveva gli occhi
verdissimi, ed era così bello che trascorreva i giorni ad ammirarsi allo
specchio, sulle superfici d’acqua ed in tutto ciò che rifletteva la sua
immagine; aveva trascorso così tanto tempo a guardare se stesso che un giorno
quando Fidesia gli chiese di specchiarsi, almeno una volta, nei suoi occhi, lui
non riuscì più a vederla, il Cavaliere Nero potè sentire solo la voce di lei, i
suoi occhi si erano infatti così abituati a rimirare se stessi che non
riuscivano più a vedere nient’altro; lui imprecò quel giorno, e per molti
giorni ancora continuò ad incolpare Fidesia di essere sparita, di non volersi
fare vedere da lui, fino a quando la Principessa se ne andò, intristita, mentre
ancora una volta lui cercava di abbracciare l’immagine riflessa di se stesso.
Il secondo Cavaliere invece si chiamava Rublo, era un
brav’uomo ma con una fissazione per tutto ciò che era quadrato e tondo, tutto
secondo lui poteva avere solo una delle due forme, viveva in una bellissima
casa quadrata, aveva una bellissima carrozza tonda, anche il suo letto era
quadrato mentre la vasca in cui faceva il bagno era tonda, le sedie della sua
casa erano tutte quadrate e tutto tra loro due scorreva abbastanza bene,
proprio come l’acqua in un fiume quadrato, fino a quando però il Cavaliere
decise che anche Fidesia doveva decidersi a diventare o una Principessa
Quadrata o una Principessa Tonda. A questa richiesta Fidesia rimase alquanto
stupefatta, mai aveva sentito infatti che le Principesse delle Fiabe fossero
quadrate o tonde, ed inoltre come sarebbero dovuti diventare i suoi capelli
quadrati o tondi anche loro? E i rubini nei capelli? Se fossero diventati
quadrati o tondi non sarebbero stati più rubini!!! E le sfumature dei ricami
sulla sua pelle? Se fossero diventati solo due figure geometriche non sarebbero
più stati né ricami né sfumature!!!… Mentre la Principessa chiedeva un po' di
tempo per trovare risposta a tutte queste domande il Cavaliere Rublo se ne andò
al galoppo alla ricerca di una fanciulla quadrata e tonda, proprio come lui.
Entrambi i cavalieri l’avevano rimproverata di qualcosa, di
essere scomparsa oppure di essere diversa da una figura rotonda o squadrata, in
entrambi i casi il risultato era stato quasi lo stesso: era diventata
invisibile proprio agli occhi dei suoi due Principi; per tutto questo lei
stessa si era incolpata e, un po' per punirsi un po' per stanchezza smise di
bere; le sue labbra avevano così sete che agli angoli della sua bocca si erano
formate alcune piccole rughe, anche solo per sfiorarle però tutti i cavalieri
del Regno avrebbero ancora dato ciò che di più prezioso possedevano: il proprio
destriero, il proprio castello, la propria spada.
Il Natale si avvicinava e Fidesia continuava a dipingere,
dipingeva soprattutto piste d’atterraggio e continuava a scrivere poesie e
storie su un Principe Alato che sarebbe riuscito a riconoscere le luci del suo
cuore e a posarvisi sopra, come fa la farfalla quando si posa sul suo fiore,
con le ali che si fermano il tempo di due battiti, proprio il tempo in cui due
cuori si guardano e si riconoscono.
Le giornate trascorrevano lente e la notte di Natale la fida
Milù iniziò ad ululare alla Luna crescente, ululò così tanto che la Luna si
voltò a guardare dentro la stanza dove Fidesia riposava, la luce bianca entrava
nella stanza così silenziosamente che la Principessa continuava a dormire ed
intanto le accarezzava la schiena indolenzita per il troppo stare ricurva sui
fogli a scrivere e a dipingere.
La luce la illuminava completamente adesso, ed i suoi
capelli diventavano del colore acceso del fuoco e nei ricami della pelle si
accendevano piccole Rune splendenti che proiettavano sui muri delle frasi che
si scomponevano e si ricomponevano in migliaia di combinazioni come mille fiori
che si aprono e si chiudono cambiando ogni volta colore; formule magiche che
solo la fida Milù sapeva cantare; nella luce abbagliante di quella stanza
infatti, sembrava che una fatina minuta stesse cantando alla Luna di quel
Natale, un canto così luminoso e così bello che un Cavaliere Alato non potè non
udirlo e incantato da quelle canzoni magiche iniziò a volare di due battiti in
due battiti, in direzione di un puntino luminoso in cui la Principessa, sotto
lo sguardo attento della sua fatina, dormiva.
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