sabato 16 dicembre 2017

La principessa Fidesia


Ieri ho "fatto forca". Stavo pensando seriamente di lasciar perdere questa disfida. 
E poi ho trovato sulla pagina questa fiaba di Saverio Petrini...



 Saverio Petrini‎ a La Disfida delle Fiabe 2017

Ho scritto questa fiaba Natalizia ispirato da un'amica che è rimasta bloccata dal "colpo della strega" ...

La principessa Fidesia

La principessa Fidesia del Clan dei Rubrum, come tutte le principesse delle fiabe, era davvero bellissima, così bella che quando era nata una fatina per festeggiare le aveva intrecciato dei rubini nei capelli ed aveva ricamato la sua pelle con i colori delle foglie d’acero d’autunno; viveva nei suoi appartamenti reali al riparo delle mura fortificate della sua città, trascorreva le sue giornate dipingendo, camminando lungo i viali alberati della cerchia muraria, scrivendo fiabe e poesie, prendendosi cura dei bambini del Clan e di Milù, la sua fida canina da guardia, perché Milù amava farsi coccolare e vezzeggiare ma era in realtà lei a proteggere la sua Principessa, soprattutto leggendo i cuori dei Cavalieri che le si avvicinavano.

Fino ad allora infatti il cuore della Principessa era appartenuto a due Principi, il primo: il cavaliere Nero, aveva gli occhi verdissimi, ed era così bello che trascorreva i giorni ad ammirarsi allo specchio, sulle superfici d’acqua ed in tutto ciò che rifletteva la sua immagine; aveva trascorso così tanto tempo a guardare se stesso che un giorno quando Fidesia gli chiese di specchiarsi, almeno una volta, nei suoi occhi, lui non riuscì più a vederla, il Cavaliere Nero potè sentire solo la voce di lei, i suoi occhi si erano infatti così abituati a rimirare se stessi che non riuscivano più a vedere nient’altro; lui imprecò quel giorno, e per molti giorni ancora continuò ad incolpare Fidesia di essere sparita, di non volersi fare vedere da lui, fino a quando la Principessa se ne andò, intristita, mentre ancora una volta lui cercava di abbracciare l’immagine riflessa di se stesso.

Il secondo Cavaliere invece si chiamava Rublo, era un brav’uomo ma con una fissazione per tutto ciò che era quadrato e tondo, tutto secondo lui poteva avere solo una delle due forme, viveva in una bellissima casa quadrata, aveva una bellissima carrozza tonda, anche il suo letto era quadrato mentre la vasca in cui faceva il bagno era tonda, le sedie della sua casa erano tutte quadrate e tutto tra loro due scorreva abbastanza bene, proprio come l’acqua in un fiume quadrato, fino a quando però il Cavaliere decise che anche Fidesia doveva decidersi a diventare o una Principessa Quadrata o una Principessa Tonda. A questa richiesta Fidesia rimase alquanto stupefatta, mai aveva sentito infatti che le Principesse delle Fiabe fossero quadrate o tonde, ed inoltre come sarebbero dovuti diventare i suoi capelli quadrati o tondi anche loro? E i rubini nei capelli? Se fossero diventati quadrati o tondi non sarebbero stati più rubini!!! E le sfumature dei ricami sulla sua pelle? Se fossero diventati solo due figure geometriche non sarebbero più stati né ricami né sfumature!!!… Mentre la Principessa chiedeva un po' di tempo per trovare risposta a tutte queste domande il Cavaliere Rublo se ne andò al galoppo alla ricerca di una fanciulla quadrata e tonda, proprio come lui.

Entrambi i cavalieri l’avevano rimproverata di qualcosa, di essere scomparsa oppure di essere diversa da una figura rotonda o squadrata, in entrambi i casi il risultato era stato quasi lo stesso: era diventata invisibile proprio agli occhi dei suoi due Principi; per tutto questo lei stessa si era incolpata e, un po' per punirsi un po' per stanchezza smise di bere; le sue labbra avevano così sete che agli angoli della sua bocca si erano formate alcune piccole rughe, anche solo per sfiorarle però tutti i cavalieri del Regno avrebbero ancora dato ciò che di più prezioso possedevano: il proprio destriero, il proprio castello, la propria spada.

Il Natale si avvicinava e Fidesia continuava a dipingere, dipingeva soprattutto piste d’atterraggio e continuava a scrivere poesie e storie su un Principe Alato che sarebbe riuscito a riconoscere le luci del suo cuore e a posarvisi sopra, come fa la farfalla quando si posa sul suo fiore, con le ali che si fermano il tempo di due battiti, proprio il tempo in cui due cuori si guardano e si riconoscono.

Le giornate trascorrevano lente e la notte di Natale la fida Milù iniziò ad ululare alla Luna crescente, ululò così tanto che la Luna si voltò a guardare dentro la stanza dove Fidesia riposava, la luce bianca entrava nella stanza così silenziosamente che la Principessa continuava a dormire ed intanto le accarezzava la schiena indolenzita per il troppo stare ricurva sui fogli a scrivere e a dipingere.

La luce la illuminava completamente adesso, ed i suoi capelli diventavano del colore acceso del fuoco e nei ricami della pelle si accendevano piccole Rune splendenti che proiettavano sui muri delle frasi che si scomponevano e si ricomponevano in migliaia di combinazioni come mille fiori che si aprono e si chiudono cambiando ogni volta colore; formule magiche che solo la fida Milù sapeva cantare; nella luce abbagliante di quella stanza infatti, sembrava che una fatina minuta stesse cantando alla Luna di quel Natale, un canto così luminoso e così bello che un Cavaliere Alato non potè non udirlo e incantato da quelle canzoni magiche iniziò a volare di due battiti in due battiti, in direzione di un puntino luminoso in cui la Principessa, sotto lo sguardo attento della sua fatina, dormiva.

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