sabato 16 dicembre 2017

La regina di ghiaccio

La regina del ghiaccio


Vashti aveva sempre amato le superfici lisce del ghiaccio. Erano la sua casa. il suo conforto. Dove altri percepivano il gelo, lei percepiva una sorta di calore, un senso di ordine.
Il ghiaccio era prevedibile, lucente, impenetrabile.
Da molti anni ormai era la regina di quel regno gelato e si trovava perfettamente a suo agio.
C’erano poche cose da fare, in poche stagioni dell’anno.
Durante la brevissima estate, si ammassavano le provviste sufficienti per il resto dell’anno e si riparavano le crepe prodotte nel ghiaccio dal calore.
Nel pieno dell’inverno, c’era la Grande Festa del freddo, con lunghi preparativi e sculture di neve.
Per i mesi rimanenti, il suo regno era tranquillo e immobile.
Vashti non immaginava che la corsa alla ricchezza dei “popoli bassi”, come venivano chiamati coloro che non vivevano sulle cime ghiacciate, avrebbe ben presto minacciato il suo regno.
I primi segnali di un cambiamento preoccupante furono semplicemente estati più lunghe. Poi nevicate sempre meno abbondanti.
Infine, quando i fiori iniziarono a spuntare sul pavimento del suo palazzo di ghiaccio, la regina capì che qualcosa stava cambiando, ma ancora si ostinava a pensare che quei cambiamenti non fossero destinati a durare.
Infine arrivò l’ermellino, riferendole che la sua pelliccia aveva smesso di mutare colore. Rimaneva sempre bruna, il colore della livrea estiva, e non diventava più bianca come la neve durante l’inverno.
A quel punto anche Vashti dovette ammettere che la neve non cadeva quasi più.
Il regno, che un tempo era stato così tranquillo, diventò un viavai affaccendato di animali che in passato si erano tenuti ben lontani da quelle terre. C’erano branchi di lupi, tassi, volpi, scoiattoli, conigli selvatici...
Sconvolta da quella confusione che segnava la fine del mondo che aveva sempre conosciuto, la regina si distese sul grandissimo letto di ghiaccio a baldacchino e decise di addormentarsi per sempre.     
Ma il baldacchino che si scioglieva per il calore le gocciolava sul viso e ben presto dovette rialzarsi a sedere, sempre più irritata.
Proprio in quel momento il pesantissimo baldacchino quasi sciolto le collassò addosso, colpendola pesantemente alla testa.
Nessuna sa per quanto tempo la regina rimase svenuta. Al suo risveglio, però, non ricordava più nulla.
Né il ghiaccio, né la neve.
Ammirava stupita i colori dei fiori e ne annusava estasiata il profumo. Mangiava di buon appetito i frutti dolcissimi che ora avevano preso a crescere anche in quelle terre. Accarezzava il manto dell’ermellino beandosi della sua morbidezza, senza ricordare più che era del colore sbagliato.
Così, la regina dei ghiacci divenne semplicemente la regina delle terre del nord, senza drammi o sofferenze.

Adesso, il mondo che conosceva era esattamente quello che aveva a disposizione. E lei era felice.

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